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giovedì, febbraio 28, 2019
giovedì, febbraio 21, 2019
sabato, aprile 29, 2017
Informazioni utili per le primarie di domani - repost
Dove votare
Domenica 30 Aprile si voterà per l'elezione del prossimo segretario del Partito Democratico, a Lastra a Signa si potrà votare:- Circolo ARCI "Tripetetolo", via Livornese 108 per le sezioni elettorali 2-3-7-8-9
- Circolo ARCI "Pista le Cascine", via del Prato 1, per le sezioni elettorali 1-10-11-13-14
- Circolo ACLI "L'Ulivo", via F. Turati 4, per le sezioni elettorali 4-5-6-12
- Circolo ARCI "A. Toscanini", via Chiantigiana 72, per le sezioni elettorali 17-18-19
- Sede Circolo PD Malmantile, via Vecchia Pisana 133, per le sezioni elettorali 15-16-20
Istruzioni per il voto
Chi può votare:
- I cittadini italiani iscritti alle liste elettorali possono votare domenica 30 aprile portando con sé un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e, se registrati online, la ricevuta dell’avvenuta registrazione. È richiesto il contributo di almeno 2 euro.
- Se sarai fuori dalla tua Provincia di residenza o momentaneamente all'estero, devi obbligatoriamente registrarti qui, entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.Al momento del voto, ricordati di portare con te un documento di riconoscimento e la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Ti sarà richiesto un contributo di almeno 2 euro.
- Se hai un’età compresa tra 16 e i 18 anni e domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd, devi obbligatoriamente registrarti qui, entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.Al momento del voto, ricordati di portare con te un documento di riconoscimento e la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Ti sarà richiesto un contributo di almeno 2 euro.
- Se sei un cittadino UE residente in Italia e domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd, devi obbligatoriamente registrarti qui, entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare. Al momento del voto, ricordati di portare con te un documento di riconoscimento e la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Ti sarà richiesto un contributo di almeno 2 euro.
- Se sei iscritto al Partito Democratico e sei maggiorenne, voterai nel seggio corrispondente alla tua sezione elettorale (vedi sopra). Ricorda di portare con te un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e la tessera del PD. Non ti sarà richiesto il contributo di 2 euro se hai rinnovato l’iscrizione entro il 28 febbraio 2017. Se sei iscritto al PD e hai fra i 16 e i 18 anni, o vuoi votare fuori sede, o sei un cittadino UE residente in Italia o sei un cittadino di un altro Paese, segui le istruzioni di cui sopra
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martedì, aprile 18, 2017
Informazioni utili per le Primarie del 30 Aprile
Dove votare
Domenica 30 Aprile si voterà per l'elezione del prossimo segretario del Partito Democratico, a Lastra a Signa si potrà votare:- Circolo ARCI "Tripetetolo", via Livornese 108 per le sezioni elettorali 2-3-7-8-9
- Circolo ARCI "Pista le Cascine", via del Prato 1, per le sezioni elettorali 1-10-11-13-14
- Circolo ACLI "L'Ulivo", via F. Turati 4, per le sezioni elettorali 4-5-6-12
- Circolo ARCI "A. Toscanini", via Chiantigiana 72, per le sezioni elettorali 17-18-19
- Sede Circolo PD Malmantile, via Vecchia Pisana 133, per le sezioni elettorali 15-16-20
Istruzioni per il voto
Chi può votare:
- I cittadini italiani iscritti alle liste elettorali possono votare domenica 30 aprile portando con sé un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e, se registrati online, la ricevuta dell’avvenuta registrazione. È richiesto il contributo di almeno 2 euro.
- Se sarai fuori dalla tua Provincia di residenza o momentaneamente all'estero, devi obbligatoriamente registrarti qui, entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.Al momento del voto, ricordati di portare con te un documento di riconoscimento e la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Ti sarà richiesto un contributo di almeno 2 euro.
- Se hai un’età compresa tra 16 e i 18 anni e domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd, devi obbligatoriamente registrarti qui, entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.Al momento del voto, ricordati di portare con te un documento di riconoscimento e la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Ti sarà richiesto un contributo di almeno 2 euro.
- Se sei un cittadino UE residente in Italia e domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd, devi obbligatoriamente registrarti qui, entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare. Al momento del voto, ricordati di portare con te un documento di riconoscimento e la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Ti sarà richiesto un contributo di almeno 2 euro.
- Se sei iscritto al Partito Democratico e sei maggiorenne, voterai nel seggio corrispondente alla tua sezione elettorale (vedi sopra). Ricorda di portare con te un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e la tessera del PD. Non ti sarà richiesto il contributo di 2 euro se hai rinnovato l’iscrizione entro il 28 febbraio 2017. Se sei iscritto al PD e hai fra i 16 e i 18 anni, o vuoi votare fuori sede, o sei un cittadino UE residente in Italia o sei un cittadino di un altro Paese, segui le istruzioni di cui sopra
giovedì, marzo 07, 2013
Il sistema "rottamato"
“Rottamazione”. Quante parole,
quante disquisizioni si sono fatte su questa parola ai tempi, che sembrano
ormai distanti anni luce, delle primarie, il periodo in cui il nostro partito
era chiamato a scegliere il candidato premier per le politiche di Febbraio; si
è detto che era un termine inappropriato, che non poteva essere utilizzato per
apostrofare alcuni, molti, politici di professione ormai “triti” , che non si
poteva, in nome di quel termine, aprire una nuova stagione di confronto
attraverso la quale una nuova generazione si insediasse a dirigere il nostro
bel paese.
Ha fatto paura la
“rottamazione”, ma non ai semplici
elettori, non a chi sinceramente ha sostenuto un candidato diverso da quello che
questa “strada” proponeva, essa ha spaventato coloro che nel cambiamento
radicale hanno intravisto la possibilità di perdere il loro piccolo centro di
potere senza pensare il prezzo che l’Italia avrebbe pagato, qualunque poi fosse
stato l’esito delle urne, in termini di crescita e di opportunità per le
generazioni a divenire.
Diciamoci la verità era
impossibile non avvertire che le persone, onesti lavoratori al di fuori
dall’apparato, ci chiedevano una svolta, stanche del quotidiano sopravvivere,
stanche delle ruberie che a vari livelli politici si sono consumate negli
ultimi anni e mesi, stanche di non riuscire a pianificare la propria vita se
non vivendo alla giornata, e noi per tutta risposta abbiamo messo su delle
primarie con una regolamentazione tale da cercare di soffocare questo bisogno,
come se il contendere fosse solo dentro al partito, quando invece l’urlo veniva
da fuori e ci chiedeva a gran voce di
cambiare contenuti, modi e sopratutto le persone che per troppi anni
avevano calcato la scena politica nazionale. Il caro Massimo Lari, che
ringrazio per avere per primo messo su carta un sentimento da me e da molti
altri condiviso, bene ha descritto la stagione che ci ha portato alle primarie
ed aggiungo solo che “gli umani” magari non hanno visto ma si sono accorti che
quel contendere aveva preso una piega diversa da quella che speravano e che
difficilmente chi era parte del sistema sarebbe riuscito a cambiarlo.
E poi?
E poi ci sono state le elezioni
e quella parola, quel concetto tanto
bistrattato, “rottamazione”, ha fatto il suo ingresso in pompa magna
sotto gli occhi e nella vita di tutti, non risparmiando nessuno, solo che
invece di farlo in maniera strutturata e responsabile, come molti di noi
chiedevano (ma evidentemente nel partito, solo nel partito, non ci hanno
capito…….), lo ha fatto in maniera “urlante”, rabbiosamente, dalle piazze, a
seguito di un solo uomo che in pochi mesi ha messo su quello che oggi è il
primo “partito” italiano che di fatto, non solo ha vinto le elezioni, ma ha
anche messo in crisi il sistema bipolare che da ormai 20 anni ci faceva
compagnia. Inutile dire che per noi è stata una sonora sconfitta, lo è stata
nei numeri, circa tre milioni e mezzo di voti in meno rispetto al 2008, lo è
stata nelle concezione delle alleanze, ormai è chiaro che alla nostra sinistra
non c’è più nessuno, ma soprattutto lo è stata perché i nostri alti dirigenti
hanno fallito in quello che è lo scopo primario di un partito politico, ovvero
dare voce alle esigenze delle persone e programmare per loro il migliore dei
futuri possibili. Oltre la sconfitta poi anche la beffa perché quella
maggioranza alla camera dei deputati, “dopata” da una sciagurata legge
elettorale, che la nostra coalizione ha conseguito ci impone di trovare un
rimedio ad una situazione di ingovernabilità che mai, in questi termini, si era
presentata nei palazzi romani. La verità è che inseguire ed assecondare uno
degli altri due schieramenti presenti in parlamento, utili a formare una
maggioranza anche in senato, sarebbe per noi un fallimento ulteriore e credo
segnerebbe la fine politica del nostro partito.
Uscire da questa crisi post
elettorale non sarà facile, anche il normale iter istituzionale sembra messo a
dura prova da questa situazione, ma per noi, se vogliamo che il PD sopravviva adesso
e negli anni, la strada è obbligata. L’attuale classe dirigente, una volta
affrontata responsabilmente questa transizione, credo debba essere
profondamente rinnovata ed il rinnovamento deve passare anche attraverso le
liste di quelli che saranno i futuri parlamentari, cambiare infatti il solo
candidato premier servirebbe a ben poco, inserendo persone innovatrici e capaci
che questo partito ha nelle sue fila e che aspettano solo di essere messe alla
prova. Gli italiani si aspettano da noi proposte che affrontino risolvano le
emergenze del paese, programmandone il futuro, e che demoliscano tutti quei
privilegi che hanno fatto della classe politica una casta lontana anni luce
dalla realtà. Questo è il momento di rischiare il tutto e per tutto e solo se
riusciremo a dimostrare con i fatti che abbiamo recepito il messaggio che gli
elettori attraverso il voto ci hanno mandato possiamo sperare di rimettere in
carreggiata questa Italia e questo partito.
p.s:
in queste righe ho sempre utilizzato il termine “noi” perché il sottoscritto si
sente, dentro al partito, parte di una squadra e come tale se la squadra perde
la responsabilità va condivisa. Io il peso della responsabilità lo sento anche
se ero fra quelli, tanti, che la necessità del cambiamento l’aveva intuita,
spero altresì che chi si è adoperato affinchè questo cambiamento non avvenisse lo
stesso peso lo senta un po’ di più.
Emanuele Caporaso
(Segreteria
PD Lastra a Signa)
mercoledì, dicembre 12, 2012
Primarie passate.. e future
Le primarie del centrosinistra si sono concluse
da dieci giorni ma sembrano passati anni.
Oltre ad un comprensibile calo di interesse post
voto la ri-discesa in campo di misterB ha
contributo in modo determinate a far sembrare questo evento così lontano
nel tempo.
Le primarie che hanno determinato la vittoria di
Pierluigi Bersani come candidato alla guida della coalizione di centrosinistra
sono state un momento importante che ha rivitalizzato la gente che sembrava
oramai disinteressata, ha fatto riemergere la voglia di parlare di politica e
di riavvicinarsi a quel mondo che negli ultimi tempi era così distante dai
bisogni delle persone.
Sono state un messaggio di fiducia degli italiani
verso la buona politica. La miglior risposta alla cultura dell’antipolitica che
in questi tempi si sta sempre più diffondendo.
Adesso il nostro partito non può vanificare
tutto questo patrimonio.
Vista l’impossibilità di modificare la legge
elettorale la scelta di fare primarie aperte per scegliere i nostri
rappresentanti in parlamento mi sembra opportuna visto che:
non sono stati ridotti i parlamentari e il suo compenso,
non sono state ridotte ne cancellate le province,
non è stata modificata la
legge elettorale.
Le primarie hanno reso più forte e più credibile
il nostro partito e la grande partecipazione ha fatto emergere una rinnovata attenzione
verso la politica e una voglia di cambiamento, soprattutto della classe
dirigente di questo paese.
Ora tocca al nostro partito raccogliere la sfida perché
il Pd, ed il paese, non possono permettersi di perdere questa occasione.
Stefano Calistri
lunedì, giugno 11, 2012
Patto progressisti e democratici per l'Italia.
Con la direzione nazionale del PD dello scorso 8 giugno si apre un periodo abbastanza intenso per il nostro partito. E' presto per valutare gli effetti che questo avrà sui territori, soprattutto sul nostro, così direttamente influenzato dalla presenza del Sindaco di Firenze come possibile candidato alle ormai sicure primarie. Aspettimo il 6 luglio per vedere cosa deciderà l'assemblea nazionale e per vedere poi chi saranno i candidati.
Spero solo che queste primarie siano un momento di confronto tra cittadini e il partito per riaffermare che fare buona politica nell'interesse del paese si può e che il partito democratico ha tutte la potenzialità per cambiare questo paese!
Stefano Calistri
Sintesi della relazione alla Direzione nazionale del segretario Pier Luigi Bersani
Se in un sommovimento così profondo, se in acque cosi mosse, qualcuno
pensa che il compito nostro sia quello di giostrare sugli accorgimenti
tattici o sui rapporti politici o perfino sui temi programmatici, si
sbaglia. Sono cose che ci vogliono ma che da sole non arrivano a grande
parte della popolazione. Il sommovimento è molto, molto profondo. “Tocca
a noi” vuol di re tocca a noi giocarcela e investire il consenso che
abbiamo sul punto principale della questione, il punto che sta fra
politica e popolo, che sta nella faglia che si è aperta fra grande parte
dei cittadini e il sistema e che nel profondo, secondo me, è un bisogno
di sentirsi comunità e l’impossibilità di esserla: perché la grande
traduttrice, colei che traduce l’individuo nella comunità, e cioè la
politica, ha ormai un suono che tantissima gente non sente. Quindi noi
non staremo fermi. Ci muoveremo. Non lasceremo erodere il consenso che
abbiamo, lo investiremo rischiando qualcosa, come succede sempre per un
investimento.
Ecco dunque il percorso che vi propongo e che è organizzato su tre punti.
Primo punto. Per intervenire su quella faglia, su quella frattura bisogna cominciare dalla legge elettorale. Adesso basta. Districhiamo il nodo che si è avviluppato fra riforma elettorale e costituzionale. Il Semipresidenzialismo non è la nostra opzione. Noi siamo per un sistema parlamentare riformato, semplificato e rafforzato, per un ruolo forte del Governo e per una preziosa funzione di equilibrio del Presidente della Repubblica. Naturalmente il semipresidenzialismo è una posizione legittima, ma non è comunque percorribile in questo scorcio di legislatura. Lo stesso PDL nei suoi emendamenti riconosce l’esigenza di leggi di attuazione non banali (a cominciare ad esempio dal conflitto d’interesse) e che non potrebbero essere lasciate fra le varie ed eventuali. E per favore, non si mostri di voler proseguire l’iter o far finta di proseguirlo con qualche voto a maggioranza. In una situazione come quella in cui siamo sarebbe ridicolo. Abbiamo detto più volte e lo ripetiamo che per noi la prossima sarà una legislatura costituente. Siamo pronti a prenderci impegni su questo anche trovando assieme le vie ed eventualmente gli strumenti per formalizzare questo impegno. La legge elettorale sia quindi liberata da ogni condizionamento. Lo ripetiamo per noi (e non solo per noi!) il doppio turno di collegio ha una sua rinnovata attualità, dal punto di vista della percezione dei cittadini, della chiarezza politica, del contributo che può dare in termini di composizione e quindi di governabilità (questione che sta emergendo acutamente). Il doppio turno non è come è ovvio necessariamente connesso agli assetti costituzionali. Questa è la nostra proposta, che ribadiamo, sperando che si comprenda che non è per noi (noi avremmo più sicuri vantaggi da altre soluzioni) ma è per l’Italia. Detto questo, noi non aggiungiamo: o è così o ci teniamo il porcellum. Se qualcuno di noi lo pensasse (e non lo credo) dovrebbe avere la bontà di dichiararlo. Non possiamo permetterci che ad ogni passo di mediazione parta l’accusa di volerci vendere l’anima. Io ribadisco il no al porcellum che considero una causa principe del distacco dei cittadini e che non ha consentito la governabilità. Considero peraltro che i tempi ormai sono molto molto stretti.
Alfano ha detto: tre settimane! Gli rispondo: bene, tre settimane e si decide se c’è l’accordo o no e lo si decide all’aperto. I nostri paletti concettuali sono chiari:
1) basta liste bloccate. Per noi la strada maestra sono i collegi.
2) massima attenzione alla governabilità e quindi alla possibilità dei cittadini di pronunciarsi utilmente sull’indirizzo di governo. Ai primi di luglio dobbiamo sapere con ragionevole certezza la soluzione. Chiedo quindi mandato alla Direzione per metterci al lavoro da domani con le altre forze politiche.
Il Secondo punto del percorso su cui ugualmente lavorare da domani è un UN PATTO DEI DEMOCRATICI E DEI PROGRESSISTI PER L’ITALIA.
E’ una proposta che propongo di avanzare non solo ai Partiti di un centrosinistra di Governo ma ad Associazioni, Movimenti, Liste Civiche, Sindaci e Amministratori, Singole personalità che si riconoscono nel campo democratico e progressista. Un Patto, e cioè una Carta di intenti PER LA RICOSTRUZIONE E IL CAMBIAMENTO che delinei una idea di Paese alternativa alle pulsioni regressive e populiste a cui l’Italia e l’Europa sono esposte. Una carta di intenti in cui possano riconoscersi le chiavi essenziali del nostro progetto (la legislatura costituente e la riforma delle istituzioni e della politica; il lavoro e la conoscenza, la loro centralità; l’equità, il civismo, la legalità).
Una carta di intenti che significhi per tutti una forte assunzione di responsabilità verso il Paese, verso la sua salvezza e le sue esigenze di cambiamento e di riforma e verso le speranze della nuova generazione. Quindi un passaggio non formale ma sostanziale che seguiremo assieme già dai prossimi giorni.
Terzo punto. Io credo che sia giusto ed utile che sulla scorta di questo fondamentale Patto si proceda entro l’anno a primarie aperte per la scelta del candidato dei Progressisti e dei Democratici italiani alla guida del Paese. Io mi candiderò, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo né coda; perché alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi. O vogliamo forse disperdere un punto di forza, un punto distintivo così grande e così vero?
So di chiedere al mio Partito un atto di generosità e il coraggio di una sfida. Conosco bene le contraddizioni, i problemi che dovremo affrontare. Ma io ho sempre pensato che metterci al servizio di un processo più grande di noi non riduce né il ruolo né la forza del nostro Partito. Le accresce, semmai. Facciamo questo percorso con fiducia e sicurezza. La strada che abbiamo compiuto assieme dal Lingotto ad oggi ha avuto inciampi, problemi, difficoltà. Ma ci siamo. Siamo il principale Partito del Paese; siamo un Partito centrale, ma non nella geometria politica; siamo centrali nel rapporto fra politica e Paese. E’ questa la responsabilità da prenderci per essere davvero utili all’Italia.
La relazione è stata votata e approvata all'unanimità
Ecco dunque il percorso che vi propongo e che è organizzato su tre punti.
Primo punto. Per intervenire su quella faglia, su quella frattura bisogna cominciare dalla legge elettorale. Adesso basta. Districhiamo il nodo che si è avviluppato fra riforma elettorale e costituzionale. Il Semipresidenzialismo non è la nostra opzione. Noi siamo per un sistema parlamentare riformato, semplificato e rafforzato, per un ruolo forte del Governo e per una preziosa funzione di equilibrio del Presidente della Repubblica. Naturalmente il semipresidenzialismo è una posizione legittima, ma non è comunque percorribile in questo scorcio di legislatura. Lo stesso PDL nei suoi emendamenti riconosce l’esigenza di leggi di attuazione non banali (a cominciare ad esempio dal conflitto d’interesse) e che non potrebbero essere lasciate fra le varie ed eventuali. E per favore, non si mostri di voler proseguire l’iter o far finta di proseguirlo con qualche voto a maggioranza. In una situazione come quella in cui siamo sarebbe ridicolo. Abbiamo detto più volte e lo ripetiamo che per noi la prossima sarà una legislatura costituente. Siamo pronti a prenderci impegni su questo anche trovando assieme le vie ed eventualmente gli strumenti per formalizzare questo impegno. La legge elettorale sia quindi liberata da ogni condizionamento. Lo ripetiamo per noi (e non solo per noi!) il doppio turno di collegio ha una sua rinnovata attualità, dal punto di vista della percezione dei cittadini, della chiarezza politica, del contributo che può dare in termini di composizione e quindi di governabilità (questione che sta emergendo acutamente). Il doppio turno non è come è ovvio necessariamente connesso agli assetti costituzionali. Questa è la nostra proposta, che ribadiamo, sperando che si comprenda che non è per noi (noi avremmo più sicuri vantaggi da altre soluzioni) ma è per l’Italia. Detto questo, noi non aggiungiamo: o è così o ci teniamo il porcellum. Se qualcuno di noi lo pensasse (e non lo credo) dovrebbe avere la bontà di dichiararlo. Non possiamo permetterci che ad ogni passo di mediazione parta l’accusa di volerci vendere l’anima. Io ribadisco il no al porcellum che considero una causa principe del distacco dei cittadini e che non ha consentito la governabilità. Considero peraltro che i tempi ormai sono molto molto stretti.
Alfano ha detto: tre settimane! Gli rispondo: bene, tre settimane e si decide se c’è l’accordo o no e lo si decide all’aperto. I nostri paletti concettuali sono chiari:
1) basta liste bloccate. Per noi la strada maestra sono i collegi.
2) massima attenzione alla governabilità e quindi alla possibilità dei cittadini di pronunciarsi utilmente sull’indirizzo di governo. Ai primi di luglio dobbiamo sapere con ragionevole certezza la soluzione. Chiedo quindi mandato alla Direzione per metterci al lavoro da domani con le altre forze politiche.
Il Secondo punto del percorso su cui ugualmente lavorare da domani è un UN PATTO DEI DEMOCRATICI E DEI PROGRESSISTI PER L’ITALIA.
E’ una proposta che propongo di avanzare non solo ai Partiti di un centrosinistra di Governo ma ad Associazioni, Movimenti, Liste Civiche, Sindaci e Amministratori, Singole personalità che si riconoscono nel campo democratico e progressista. Un Patto, e cioè una Carta di intenti PER LA RICOSTRUZIONE E IL CAMBIAMENTO che delinei una idea di Paese alternativa alle pulsioni regressive e populiste a cui l’Italia e l’Europa sono esposte. Una carta di intenti in cui possano riconoscersi le chiavi essenziali del nostro progetto (la legislatura costituente e la riforma delle istituzioni e della politica; il lavoro e la conoscenza, la loro centralità; l’equità, il civismo, la legalità).
Una carta di intenti che significhi per tutti una forte assunzione di responsabilità verso il Paese, verso la sua salvezza e le sue esigenze di cambiamento e di riforma e verso le speranze della nuova generazione. Quindi un passaggio non formale ma sostanziale che seguiremo assieme già dai prossimi giorni.
Terzo punto. Io credo che sia giusto ed utile che sulla scorta di questo fondamentale Patto si proceda entro l’anno a primarie aperte per la scelta del candidato dei Progressisti e dei Democratici italiani alla guida del Paese. Io mi candiderò, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo né coda; perché alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi. O vogliamo forse disperdere un punto di forza, un punto distintivo così grande e così vero?
So di chiedere al mio Partito un atto di generosità e il coraggio di una sfida. Conosco bene le contraddizioni, i problemi che dovremo affrontare. Ma io ho sempre pensato che metterci al servizio di un processo più grande di noi non riduce né il ruolo né la forza del nostro Partito. Le accresce, semmai. Facciamo questo percorso con fiducia e sicurezza. La strada che abbiamo compiuto assieme dal Lingotto ad oggi ha avuto inciampi, problemi, difficoltà. Ma ci siamo. Siamo il principale Partito del Paese; siamo un Partito centrale, ma non nella geometria politica; siamo centrali nel rapporto fra politica e Paese. E’ questa la responsabilità da prenderci per essere davvero utili all’Italia.
La relazione è stata votata e approvata all'unanimità
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